15 aprile 2008

Viva l'Italia


Picture by Iguana Jo.
È già qualche giorno che volevo scrivere due righe riguardo agli ultimi film visti. Purtroppo nel frattempo siamo stati travolti dal fine settimana elettorale.
Fate attenzione quindi. Questo post contiene paragoni azzardati tra cinema e società, oltre a una buona dose d'incoscienza e un'irragionevole incapacità di adeguarsi alla realtà.


Ieri la destra ha riconquistato l'Italia. Evidentemente non ci meritiamo niente di meglio. Del resto se una volta eravamo famosi per inventiva e immaginazione, ora il meglio che sappiamo produrre sembra essere una grande nostalgia per il tempo che fu.

Vedi per esempio Mio fratello è figlio unico, uno degli esempi migliori di tipico film italiano degli ultimi tempi. E confrontalo magari con 28 settimane dopo altro film figlio di questi tempi sbandati.
Tra i due film c'è tutta la differenza che contraddistingue l'Italia dal resto del mondo occidentale.
Tanto il primo è controllato ed emozionante, nostalgico senza essere retorico, quasi pedagogico nel voler spiegare ai ragazzi scamarcio-maniaci d'oggi il percorso dei nostri padri, quanto il secondo è efficace ed appassionante nel mostrare come tutti i migliori propositi siano destinati alla devastazione senza speranza. Nel primo si cerca la speranza nelle nuove generazioni, nel secondo le nuove generazioni sono fottute in partenza. Però con il film italiano ci si commuove, mentre con quello inglese ci si diverte.

Certo, si dirà, il primo è un film serio con tutte le sue cose al posto giusto, mica una cagata splatter/ orrorifica /fantascientifica grondante sangue, cliché e morti ammazzati come il secondo. Mio fratello è figlio unico racconta la realtà, la Storia, l'altro è solo cinema.

Però mi chiedo, perché in Italia il modello di cinema popolare non-idiota è quello di Lucchetti mentre in Gran Bretagna si fanno film come 28 settimane dopo o i figli degli uomini o capolavori come Shawn of the Dead? Cos'è che ci impedisce di affrancarci da un immaginario vecchio e risaputo per poter fantasticare (anche nella maniera più sbracata e allucinante) su scenari che non siano la solita riproposizione di ragazzi-che-crescono-in-un-mondo-difficile, crisi-dei-20-o-30-o-40-anni, destra-vs-sinistra tra anonimi quartieri operai / borghesi o fabbrica / ufficietto (come se operai o borghesi fossero ancora categorie reali…)?

Per tornare a bomba sul risultato elettorale, e ribadendo che evidentemente non ci meritiamo di meglio che un governo in cui l'esaltazione acritica della nostra grandezza andrà di pari passo con l'emarginazione di ogni forma di dissenso, non mi rimane che constatare che l'Italia che mi piacerebbe vedere si trova probabilmente in un universo parallelo. Però una cosa vorrei davvero capirla: da dove nasce la totale incapacità della sinistra (ehi! i film che piacciono sono di sinistra! incredibile!) di immaginare un futuro diverso (mica necessariamente migliore, non sono così ingenuo) da quello antico e stantio e retorico delle destre trionfanti?

Io mi fermo qui. Ve l'ho detto, non riesco ad adeguarmi a questa realtà. Preferisco farmi qualche bel viaggio tra le suggestioni dell'ultimo minuto piuttosto che mettermi a ragionare seriamente sui perché e i per come. Se invece volevate leggere un post serio pieno di lucida disperazione e rimpianto e leggerezza sul risultato elettorale, beh… Leonardo è qui per questo.
Viva l'italia.

4 commenti:

  1. Purtroppo il cinema che auspichi tu (e pure io), per molta gente, non è di sinistra.
    Noi del fantastico siamo i veri extraparlamentari.

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  2. È ora che i sinistri nostrani si diano una bella svegliata, che ormai il mondo assomiglia di più alla londra devastata dagli zombi che alla mejo gioventù de noantri.

    Che ci piaccia o meno…

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  3. non capisco perchè secondo voi un buon film nn possa parlare di storia, raccontare un dissidio o parafrasare un conflitto. Qualcuno ha detto che la finzione differisce dalla realtà per il solo fatto di dover sembrare plausibile, raccontare la realtà può essere più entusiasmante che imbastire una sceneggiatura su di una storia inventata. penso che film come "indagini su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" o "il postino" facciano la propria figura ancora oggi (a differenza di 28 giorni dopo sono film che hanno lasciato un segno)
    e non risultano essere solamente la patetica (ennesima) riproposizione di film visti e stravisti.
    Non noto una gran differenza tra l'alba dei morti viventi, 28 giorni dopo o addirittura resident evil. Ricorrere ad un videogioco per elaborare un progetto poi mi sa tanto di un vuoto creativo che risulta addirittura patetico.


    Ma forse io non posso capire il vostro estro, sono troppo di sinistra.

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  4. ciao Tupac Amaru e perdona il ritardo di questa risposta, nelle ultime settimane ero lontano dal web.

    Dici:
    non capisco perchè secondo voi un buon film nn possa parlare di storia, raccontare un dissidio o parafrasare un conflitto.

    Forse non lo capisci perché nessuno ha detto un'idiozia simile.
    Quello che lamentavo nel mio post non è la mancanza di buoni film, è l'assenza totale di buoni film con un contenuto immaginifico, fantastico, innovativo. Di film che abbiano per soggetto il futuro piuttosto che il passato, di film che esplorino i territori dell'immaginazione e non solo quelli della Storia.
    (che poi le due cose non sarebbero nemmeno in contraddizione, ma vabbé, spero di essermi spiegato).


    Dici ancora:
    Non noto una gran differenza tra l'alba dei morti viventi, 28 giorni dopo o addirittura resident evil. Ricorrere ad un videogioco per elaborare un progetto poi mi sa tanto di un vuoto creativo che risulta addirittura patetico.

    Non ne faccio tanto un discorso di qualità (in tutti i generi ci sono capolavori e porcate indegne), quanto di pura e semplice possibilità realizzativa.
    Molto semplicemente in Italia film del genere non se ne fanno. Perché?

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