20 luglio 2011

Letture: Swanwick, Doctorow, King

San Francisco Blue I by Iguana Jo
A photo by Iguana Jo on Flickr.
Michael Swanwick - I draghi del ferro e del fuoco
Erano anni che aspettavo di leggere La figlia del drago di ferro, almeno da quando ho scoperto essere l'espansione di Ferro freddo cuore d’acciaio, uno dei migliori racconti mai apparso sul'Isaac Asimov Science Fiction Magazine edito dalla Phoenix nei lontani anni '90 del secolo scorso.
Quando finalmente ne è stata annunciata la ristampa (una prima edizione italiana, introvabile, era stata data alle stampe da Fanucci nel 1994) su Epix prima, in un Millemondi poi, mi sono disposto a una paziente attesa, che viste le traversie delle collane da edicola Mondadori non ero proprio certo che sarei mai riuscito a leggerlo. E invece eccolo, e oltre al primo romanzo, I draghi del ferro e del fuoco raccoglie anche l'altro romanzo di Michael Swanwick ambientato nello stesso universo narrativo, scritto quindici anni dopo il primo: I draghi di Babele.

Si sa, le aspettative possono giocare brutti scherzi. In questo caso le premesse per un'ottima lettura c'erano tutte e nei primi capitoli de La figlia del drago di ferro ho ritrovato quanto ricordavo dalla lettura del vecchio racconto: l'atmosfera cupa, i personaggi oscuri, il senso di oppressione e poi la fabbrica e i draghi…
Purtroppo la tensione che Michael Swanwick ha sapientemente alimentato nella prima parte del romanzo evapora con la fuga di Jane dalla fabbrica e la sua trasformazione da bimba operaia in ragazza in carriera. Col passaggio dai confini della prigione/fabbrica agli spazi del mondo esterno, che la vedranno Jane alle prese con crisi adolescenziali, società repressiva e sesso magico, l'autore pare perdere il controllo della sua creatura, soprattutto delle relazioni che instaura con gli altri personaggi del romanzo.
Michael Swanwick scrive bene, non c'è dubbio: personaggi e ambiente colpiscono il lettore e rimangono nella memoria. Quello che ho trovato via via sempre più irritante è la progressiva supponenza (non saprei come meglio descriverla) della costruzione narrativa messa in piedi dall'autore, che se ne frega di linearità ed equilibrio e coerenza, in nome di una qualche aspirazione superiore che continua però a sfuggire per tutto il corso della lettura. Tanto che non so decidermi se La figlia del drago di ferro rappresenti più un esercizio di stile sfuggito al controllo o il tentativo di scrivere il Grande Romanzo Fantasy degli anni '90, che in effetti la sua miscela di economia turbo-capitalista, politica mago-fascista e potere sessual-arcano rendono il romanzo di Swanwick piuttosto originale. Gli ingredienti per un gran bel romanzo c'erano tutti, quel che forse è mancata è solo un pizzico di umiltà.
Con I draghi di Babele la lettura procede più lineare e compatta. Anche il disordine, che forse è la caratteristica più evidente nella progressione della storia di Jane ne La figlia del drago di ferro, è notevolmente ridimensionato. La storia di Will, giovane protagonista del romanzo, procede tra sussulti e colpi di scena, meraviglie e inganni fino all'agognato finale. Rispetto al suo predecessore la costruzione della trama, pur mantenendo costante una certa complessità nello sfondo, scorre in modo più tradizionale, e anche se l'autore incappa in quello che per me è un peccato capitale (tutta una grossa porzione della vicenda si risolve con un oh… era solo un sogno…), lo spettacolo che mette in scena regge tranquillamente fino a fine lettura. I draghi di Babele non è un capolavoro, ma è comunque un buon romanzo di urban-fantasy.


Cory Doctorow - X
Negli ultimi post si parlava di romanzi che hanno contribuito a formare una certa visione, un certo approccio all'esistenza. Ecco, se da giovin fanciullo mi fosse capitato in mano un volume come X forse il mio percorso sarebbe stato diverso. Non che questa ipotesi sia dimostrabile, ma il libro di Cory Doctorow sembra essere stato scritto apposta per suscitare certe reazioni: X è un manuale di resistenza geek alle forse oscure del potere in forma di romanzo. Un raro esempio di letteratura per ragazzi che unisce un qualche intento pedagogico all'attualità politica di questi anni, senza perdere un briciolo delle sue attrattive romanzesche.
Raccontando le (dis)avventure del suo giovane protagonista Cory Doctorow non fa mistero delle sue idee riguardo privacy e lotta al terrorismo, uso della rete e sorveglianza urbana. Quello che manca in profondità d'analisi (ehi! è un romanzo per ragazzi!), Doctorow lo recupera in esperienza pratica sul campo, ciò che latita a livello di proposta politica, lo rimpiazza con il più classico pragmatismo yankee.
Forse il difetto principale di X è il suo essere irrimediabilmente americano, nel bene e nel male, ma è un difetto su cui è facile sorvolare, che non è facile trovare un romanzo in cui si respiri una tale passione civile, un tale coinvolgimento, tanto che è difficile restarne indifferenti.
Fatelo leggere ai vostri figli, ai nipotini o ai cuginetti, credo ve ne saranno grati! Altrimenti leggetelo voi, e poi fatemi sapere.


Stephen King - I lupi del Calla
La saga della Torre Nera mi tiene ormai compagnia da un paio d'anni. Mi rendo conto che, arrivato al quinto capitolo, le cose da dire non sono poi molto diverse rispetto a quelle già scritte per i volumi precedenti. Stephen King è Stephen King, con tutti i pregi e i difetti già rilevati nel corso del tempo. I lupi del Calla non si discosta qualitativamente da La sfera del buio: western e metaletteratura pop, con una buona gestione della trama, qualche lungaggine di troppo, personaggi ben delineati e un sacco di riferimenti ad uso e consumo dei fan del Re.
Buon intrattenimento insomma, per un romanzo che leggi più per vedere come va a finire che per il piacere della scrittura o per il gusto di divagazioni ed episodi. E a forza di ritorni e citazioni, Stephen King m'ha fatto (quasi!) venir la voglia di leggermi Le notti di Salem.

17 commenti:

  1. :-D
    A parte che io "I draghi di Babele" l'ho abbandonato quasi subito, potrei averlo scritto io questo post, visto che ho avuto le stesse impressioni da tutti e tre i libri.

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  2. Che combinazione, I draghi di Babele l'ho concluso anche io pochi giorni fa. Stesse tue impressioni e aspettative infrante, è stata una lettura nel complesso assai deludente. L'andare a cercare interviste dell'autore per capire cosa sia esattamente accaduto nel finale, poi, e trovarsi in suddette interviste risposte quali "ah, non ricordo bene/non lo so", ha contribuito alla delusione generale.
    Se il seguito è più decente, però, potrei prendere in considerazione l'ipotesi di riprendere in mano il volume...

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  3. * Pardon, volevo dire "La figlia del drago di ferro", I draghi di Babele è quello che non ho ancora letto. <<

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  4. @ buonipresagi: mi sembrava in effetti di vedere una qualche sintonia nelle nostre rispettive letture. Bella cosa vederla confermata!

    @ Anonimo commentatore: a guardare in giro pare che il libro di Swanwick abbia lasciato parecchi lettori delusi.
    Per quel che mi riguarda non è che gli altri suoi romanzi mi abbiano mai fatto impazzire, nonostante i notevoli commenti positivi (nello specifico caso penso a "Domani il mondo cambierà" aka "Stazioni delle maree"). L'unico che ricordo con piacere è forse il più normale: quell'"Ossa della Terra" uscito qualche anno fa per Urania, che nemmeno il più famoso "Intrigo Wetware" mi fece particolare impressione.

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  5. Devo essere sincero: non ho mai amato molto Swanwick: L' ho sempre trovato uno scrittore presuntuoso e supponente (non come persona ma a livello dei suoi scritti).
    STAZIONI DELLE MAREE era un pasticciaccio senza ne capo ne coda, tra parentesi anche a me l'unica cosa sua che ho trovato leggibile era OSSA DELLA TERRA.
    Mi dispiace ma non credo che darò altre possibilità a Swanwick.
    Parere personale, come sempre.

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  6. A me il fantasy non è che ispiri moltissimo... anzi!
    Però lessi il primo capitolo della torre nera molti anni addietro e non mi dispiaqque. Ci dovrebbe essere in cantiere anche qualcosa di cinematografico o televisivo che ricordi, su questa serie. Devo controllare.

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  7. @ Nick: il mio problema con Swanwick è duplice: ho letto più di un racconto niente male, i suoi romanzi mi son stati raccomandati - a suo tempo - da un bel po' di persone di cui rispettavo molto i gusti letterari.
    Per questo motivo ho continuato a leggerlo. Adesso comunque non si vede nulla di suo all'orizzonte: problema accantonato! :-)

    @ Eddy: il fantasy della Torre Nera ha ben poco a che fare con quel che in italia viene riconosciuto come tale. È un mix di western, fantascienza e soprannaturale condito con abbondanti dosi di quello che sopra ho definito, in mancanza di termini migliore (nell'attesa che Marco mi corregga :-)), metaletteratura pop.
    Non è male, se cerchi una lettura avvincenti e poco impegnativa.

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  8. Un curioso fenomeno, relativo al libro di Swanwick (Iron Dragon's Daughter) è che molti che lo osannavano come capolavoro quando non era disponibile nel nostro paese, e ti dicevano che eri un pirla se non lo avevi letto, ora che è uscito in italiano lo massacrano.
    Strano, eh?
    Io lo lessi quando uscì nella collana Fantasy Masterworks della Gollancz.
    Feci fatica ma arrivai in fondo.
    Non è il mio genere di romanzo (o forse sì, coi dovuti se e ma) ma credo resti un lavoro importante nel panorama del genere.
    Non ho idea di come escano in italiano certe parti - di sicuro non è un romanzo facile.

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  9. mah… non so quanto sia strano.In effetti Swanwick sembra avere una solida base di appassionati. E non c'è niente di peggio di un fan deluso dall'oggetto della sua passione.

    Del resto il racconto alla base di "Iron Dragon's Daughter" è piaciuto molto anche a me (come molti altri suoi racconti). Per quella che è la mia esperienza è la sua forma romanzo a non essere troppo in sintonia coi miei gusti.

    Sulla traduzione in italiano non ho particolari stonature da sottolineare. Pur non avendo letto l'originale a me è sembrata ben fatta. Non l'ho vista come un'ulteriore ostacolo alla comprensione del testo, come mi era capitato con, per esempio, la traduzione di Divine Endurance di Gwyneth Jones.

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  10. in mancanza di termini migliore (nell'attesa che Marco mi corregga :-)), metaletteratura pop.

    Sigh mi fai sentire uno di quei pignoli insopportabili che infestano internet correggendo anche le virgole
    (d'altra parte mi lusinga questa sudditanza psicologica, ormai hai il terrore dei miei commenti, lo so eh eh)

    Non ho letto nessuno di questi libri
    X - immagino sia Little Brother - avevo letto il primo capitolo online, poi l'avevo scaricato quando Doctorow ha liberato l'informazione, ma è rimasto lì.

    Ho raggiunto il livello di saturazione con Stephen King una decina d'anni fa - credo di essere arrivato al terzo della torre nera, però quando è uscito l'ultimo mi sono letto la trama su Wikipedia per sapere come andava a finire, se vuoi te lo dico così eviti di comprare i prossimi due :)

    Non ho letto Iron Dragon's Daughter, ma ho trovato l'Urania usato per cui prima o poi lo leggerò in italiano. Però Stations of the Tide mi era piaciuto abbastanza.


    Adesso comunque non si vede nulla di suo all'orizzonte: problema accantonato! :-)

    In realtà ne è appena uscito uno nuovo

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  11. "mi fai sentire uno di quei pignoli insopportabili…"

    Ma no! Io sono serissimo. Apprezzo davvero quando mi si fanno presenti errori, inesattezze, imperfezioni. Non è sudditanza psicologica, semplicemente conosco i miei limiti.

    Poi, che tu ogni tanto abbia il tono del maestrino è innegabile, però oh… io sono sempre ben contento di imparare qualcosa di nuovo!

    Tra l'altro, ta-dan!, stavolta sono riuscito a beccare in un colpo solo tre (dico tre!) libri americani che tu non hai mai letto! Un evento!

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  12. Anch'io ho pensato subito a Little Brother come un manuale di sopravvivenza! È il tipo di libro che dovrebbero leggere gli adolescenti, anche se la prospettiva culturale è tipicamente statunitense, come hai detto bene. Mi chiedo però se sia meglio che i giovani imparino qualche rudimentale ideale libertario, piuttosto che avviarli all'utilizzo di applicazioni e tecnologie restrittive come sembrano fare alcune scuole - e, in prospettiva, come verrà inserita l'informatica nei programmi scolastici? Chi si preoccupa di educare i giovani a un utilizzo responsabile e consapevole di internet? Libri come questo sono altamente istruttivi, perché spiegano, anche con situazioni estreme, quali sono le potenzialità e le limitazioni di qualcosa che ormai è già parte integrante della nostra quotidianità.
    Detto questo, ho altri due libri di CD in coda di lettura. ^^

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    1. Ciao Salomon, scusa il ritardo, settimana piuttosto impegantiva…
      Sottoscrivo il tuo commento, e ti chiedo invece quali sono i titoli di Doctorov che hai in coda. io ho letto giusto qualche racconto, alcuni davvero notevoli (uno su tutti Quando gli amministratori di sistemi dominavano la Terra), altri normali e X è piuttosto anomalo per farsi un'idea compiuta delle sue capacità come romanziere.

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    2. Ho in coda Homeland, il seguito di X. Prima però credo che leggerò Pirate Cinema, che credo sia scritto per un pubblico più adulto (perlomeno non nella collana Tor Teen). Dovrebbe parlare di un tizio a cui viene tolto l'accesso internet, per violazione di una futura legge draconiana sul copyright.

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    3. A me incuriosiva The Rapture of the Nerds, il romanzo scritto a quattro mani con Stross, però ho tanta di quella roba in coda che non so se e quando mi capiterà di leggerlo…

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    4. Ecco, Stross è uno dei nomi che trovo un po' ovunque, ma di cui non ho mai letto nulla. In compenso, scopro in questi giorni che la premessa di Pirate cinema (a una famiglia tolgono l'accesso a internet) è oggetto di un trattato che il governo statunitense stava segretamente discutendo, diffuso grazie a Wikileaks. Uno dei punti di forza di Doctorow, ma è anche un po' irritante a pensarci bene, è che ciò che scrive potrebbe tranquillamente verificarsi da qui a pochi anni.

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    5. "…ciò che scrive potrebbe tranquillamente verificarsi da qui a pochi anni."

      Che è un po' quello che succede con Stross, almeno per una parte della sua produzione, da Accelerando ad Halting State fino a Rule 34.
      Consigliatissimi, BTW!

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