29 maggio 2013

Letture: Andrea Camilleri, Robot, Luciano Bianciardi

Andrea Camilleri - La gita a Tindari
Leggo di tutto, ma periodicamente mi piace tornare a frequentare territori già conosciuti, che non sempre si ha voglia di provare nuovi gusti e sapori. I gialli di Andrea Camilleri con protagonista il commissario Montalbano sono letture piacevoli, confortanti nel riproporre caratteri e situazioni che non offrono molto spazio a sorprese o stupefazioni, ma capaci di lasciarti soddisfatto con una buona storia, una lingua brillante e un panorama reso a meraviglia.

La gita a Tindari è stata una lettura migliore di quanto mi aspettassi. Le ultime cose lette della serie di Montalbano (non che sia un esperto, ma tra romanzi e racconti qualcosa l'ho letto) non mi avevano particolarmente colpito: storie prevedibili, plot piuttosto scialbo, focus sul contorno piuttosto che sul mistero. In questo romanzo Camilleri si concentra maggiormente sulla (doppia) trama giallo piuttosto che su politica e società siciliana e il libro ne guadagna assai.
Quel che mi stupisce sempre leggendo i romanzi di Camilleri è il senso di ordine (non di giustizia e nemmeno di uguaglianza, ordine inteso in senso quasi matematico) che sembra governare la sua Sicilia, il che è piuttosto curioso rispetto all'idea che si ha da qui del sud, come di un posto piuttosto caotico e confuso. Forse è la luce quasi sempre abbagliante che illumina la scena e impedisce di notare i dettagli, forse è il poco traffico e l'esiguità di persone che si incontrano accompagnando Montalbano nelle sue indagini, ma la Sicilia di Camilleri è così quieta e rassicurante che non vedi l'ora di passarci un po' di tempo.




AA.VV.
- Robot 63

Numero senza grandi nomi internazionali quello di Robot uscito nell'estate di due anni fa. Forse per questo motivo i racconti migliori mi son parsi quelli made in Italy.

Ecco qui di seguito qualche nota sulle storie:
- Il Leviatano che tu hai creato, di Eric James Stone. Una lezione di catechismo stellare più che un racconto di fantascienza. Se ci credete è probabile lo troviate di vostro gusto, altrimenti, bah…
- L'eroe dei due mondi, di Francesco Grasso. Il racconto migliore di questo Robot. Jesse James tra i briganti a combattere per l'unità d'Italia. Improbabile? A leggere la storia di Grasso direste proprio di no. Personaggi splendidi e buon ritmo per una storia che avrebbe meritato la misura del romanzo.
- Dumpin' Jack, di Alberto Cola. Alberto Cola all'ennesima potenza: degrado e umanità, ibridi e nostalgia per un racconto che mostra le sue migliori qualità nella capacità dell'autore di riscrivere l'ennesima storia di sconfitte e piccole rivincite, mescolando da par suo le capacità evocative di un immaginario condiviso con una lingua sempre in bilico sul filo della retorica hard-boiled. 
- Carta Kodak, di Alberto Costantini. Niente da fare, io 'ste storie che si appoggiano a situazioni più grandi di loro, tentando l'effetto a sorpresa e cadendo ad ogni più piccolo tentativo di verosimiglianza non le riesco proprio a digerire. È sufficiente confrontare questo tentativo di storia alternativa con quello di Grasso presentato poche pagine prima per rendersi conto delle differenzi abissali nella qualità del racconto.
- La notte bianca, di Gianfranco Briatore.  La notte bianca, racconto del 1960 proposto nella rubrica Retrofuturo, non spicca certo per originalità, ma rimane comunque un esempio di buona scrittura al servizio di una storia di incontri tra civiltà alla periferia della galassia. Gli manca giusto quel guizzo per liberarsi dalle secche della mediocrità.
- Belle Èpoque, di Stefano Carducci & Alessandro Fambrini. Un racconto esemplare di come non siano sufficienti le buone intenzioni per scrivere un buon racconto. Non so se sia stata la messa in scena didascalica e poco appassionante, o piuttosto i personaggi monodimensionali e lo sviluppo meccanico della vicenda, ma il racconto del duo Carducci-Fambrini mi ha lasciato piuttosto freddo, privo com'è di ogni capacità sorprendere e meravigliare il lettore.
- Luna Pazza, di Stanley G. Weinbaum. Il racconto di Weinbaum, uscito nel 1935, è un ottimo esempio di fantascienza d'epoca che mantiene intatta la capacità di divertire grazie al tono leggero della narrazione e alla quantità di dettagli sorprendenti, per quanto naif, che costellano la vicenda.



Luciano Bianciardi - La vita agra

Facciamo finta di aver mai sentito nominare Luciano Bianciardi e di non aver mai letto nulla riguardo alle conseguenze e al significato della sua attività letteraria o del ruolo che si è ritagliata la sua figura in certi ambienti nei decenni dopo la sua scomparsa. Proviamo a parlare de La vita agra come di un romanzo qualsiasi, di quelli che ti capitano in mano quasi per caso.

Ne La vita agra c'è il ritratto definitivo di quell'entità astratta che è l'italiano medio per come me lo sono figurato nel corso del tempo. Il protagonista è un uomo pieno delle migliori intenzioni, abilissimo a trovare mille mila motivi, sempre indipendenti dalla sua volontà, per non riuscire a concludere quel che per tutto il tempo si ripromette di fare. Un uomo bravissimo a lamentarsi della degenerazione dei costumi, ma incapace di opporsi alle derive della realtà. Un uomo che sogna di imporre le proprie origini a un mondo che lo accoglie con somma indifferenza. Un uomo che giudica giudica giudica, ma non si mette mai in discussione. Un uomo senza responsabilità, quasi che ad assumerne si diventi complici del nemico.

La vita agra è un ottimo romanzo, scritto splendidamente, ma capace come pochi di farmi incazzare per lo spreco di talento e l'ignavia del suo protagonista, che a parole son bravi tutti a far saltare il palazzo, ma a farlo, poi, ci vuole qualcosa di più.

11 commenti:

  1. il robot letto a suo tempo, francamente ricordo poco dei racconti italiani, ho solo un'impressione generale di qualche tentativo di ucronia didascalica che però non colpisce davvero. al contrario il racconto "leggero" di Weinbaum me lo ricordo come scorrevole e piacevole, nonostante la stagionatura.

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    1. A me ha sorpreso il racconto di Grasso. Non sono un fan delle ucronie, ma L'eroe dei due mondi mi ha stupito per la freschezza e il ritmo, nonché per il ritratto credibile di questi yankee alle prese con l'unità d'italia.

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  2. Come, non ti sono piaciute le balene spaziali mormoni? ;)

    Sulla Vita Agra... immagino che il fatto di non lasciarti indifferente sia comunque un pregio, no?






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    1. Le balene spaziali mormoni sono davvero terribili. Non riesco proprio a spiegarmi come abbiano potuto vincere un premio così prestigioso.

      Riguardo a La vita agra, l'ho apprezzato dal punto di vista storico, che offre uno sguardo inconsueto sulla vita in città negli anni '60 ed è indubbiamente scritto molto molto bene.
      Ho incontrato altri protagonisti antipatici - uno su tutti lo Zeno Cosini di Svevo, che in qualche modo assomiglia alla voce narrante del romanzo di Bianciardi - con la differenza che il triestino non aveva la pretesa di imporre la sua presenza in maniera così assoluta e totalizzante al malcapitato lettore.

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    2. Sei un po' moralista per quel che riguarda i personaggi dei romanzi, te l'ha mai detto nessuno? ;-)

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    3. Nah… sono semmai troppo sensibile ai personaggi moralisti, e c'è una bella differenza, no?

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  3. Quel numero di Robot fu putroppo uno dei più deboli tra quelli usciti recentemente.

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    1. Dici? Credo di averne letti di ancor meno soddisfacenti, che in fondo in questo almeno tre racconti piacevoli in fondo c'erano.

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  4. Vi chiedo cortesemente un favore: sono lì lì per comprare l'abbonamento a Robot che leggo spesso le tue rece e del nickone nazionale... ma non so, dite che ne vale la pena?
    ps: Se si, da che numeri consigliate?

    Grazie!

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    1. Io lo farei.
      In fondo Robot è l'unica rivista italiana di fantascienza, dove altro ti capita di leggere racconti di genere altrimenti?
      Poi è vero, la qualità è altalenante, ma tutto sommato non è male e può sempre capitare di imbattersi in qualche racconto superiore alla media.

      Non saprei invece consigliarti il numero da cui far decorrere l'abbonamento, che sono rimasto un po' indietro (mi pare siano arrivati al numero 68).

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    2. Andata! Grazie. Per i numeri partirò dall'ultimo, tanto ho visto che ne buttano fuori 2/3 all'anno

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