13 aprile 2017

Letture: Senza un cemento di sangue, di Anna Feruglio Dal Dan

La lettura di Senza un cemento di sangue, di Anna Feruglio Dal Dan mi ha travolto come da tempo non mi succedeva con un romanzo.

Senza un cemento di sangue è forse la prima space opera italiana che mi capita di leggere che risulta convincente, appassionante e complessa come quelle che solo i migliori autori anglosassoni hanno saputo produrre.
Nel romanzo rieccheggiano ben distinguibili gli echi della lettura dei romanzi di Banks, o Le Guin, o Bujold, e si avverte anche l’urgenza di scrivere un’opera che affronti temi resi popolari da decine di film (avete presente Star Wars?) ma con un piglio adulto, consapevole e senza facili concessioni al lettore. Ma Senza un cemento di sangue non risulta in alcun modo un’opera derivativa o men che originale: gli scorci e i panorami che fanno da sfondo alla vicenda danno l’idea di un mondo ottimamente congegnato, con una storia secolare solida e profonda che però non viene mai raccontata al lettore, quanto piuttosto suggerita, come se tutto il romanzo non fosse altro che una finestra  su un universo che potrebbe offrire un'infinità di storie altrettanto ben strutturate, altrettanto interessanti, altrettanto appassionate.

Senza un cemento di sangue narra una storia di lotta e repressione, una storia di ribellione contro un regime spietato. Anna Feruglio Dal Dan non risparmia nulla al lettore che dev’essere dunque avvertito: questa storia fa male, malissimo.
Alcune pagine risultano quasi insostenibili per la quantità di sofferenza che si portano dietro, ma al tempo stesso il suo carico emotivo risulta tanto ben intessuto in una trama ricca di suggestioni che la soddisfazione che si prova nel corso della lettura va di pari passo con l’inevitabile coinvolgimento nel destino dei personaggi, che vediamo trascinati fino agli esiti più dolorosi di un percorso di resistenza a un potere senza scrupoli.
Sono i personaggi del romanzo (quelli principali, quelli che compaiono solo per una scena, quelli che vedi passare sullo sfondo) il motivo per cui una volta iniziato non riesci più a posare il volume: a partire da Thuien e Creyna, i due antagonisti, con motivazioni così credibili e forti, e resi così vivi, da risultare indimenticabili, a Nikla, a Vanja, con il loro carico di responsabilità e segreti, fino a Mahra, che compare per poche pagine, ma tanto importanti da rendere il suo ricordo indelebile.

Senza un cemento di sangue è soprattutto la conferma che anche in italiano si possa produrre fantascienza di qualità, capace di avvincere, senza disdegnare la possibilità di far riflettere il lettore. Una fantascienza ambiziosa per i temi che affronta e per il piglio autorevole con cui conduce il lettore tra le pieghe di un nuovo universo, una fantascienza consapevole di appartenere a un ambiente letterario evoluto e complesso, capace di confrontarsi alla pari con i più importanti autori internazionali.

Leggetelo, che merita.